Assisti un disabile? Lo Stato ti regala 30 giorni di vacanza, ma quasi nessuno lo sa

Un mese di vacanza retribuita per chi assiste un familiare: un diritto poco conosciuto che può cambiare la vita dei caregiver.

Assistere un familiare è un gesto che molti danno per scontato, quasi fosse un dovere sociale. Ma chi lo fa davvero sa bene che significa mettere in gioco cuore, anima ed energie. Non è semplice dare tutto se stessi per garantire cure e presenza costante, eppure questa fatica troppo spesso passa in secondo piano.

Mamma che assiste il figlio disabile
Assisti un disabile? Lo Stato ti regala 30 giorni di vacanza, ma quasi nessuno lo sa – esplica.it

Chi si prende cura, però, sa anche quanto sia fondamentale ritrovare equilibrio e serenità. Qui entra in scena il caregiver – figura essenziale per tenere insieme tutto. Lo Stato lo riconosce e offre la possibilità di usufruire di trenta giorni di vacanza retribuita – un mese intero per staccare, ricaricare le batterie e tornare ad affrontare la quotidianità con più forza. Non si tratta di un semplice stop dal lavoro, ma di una vera e propria pausa dalla pressione di tutti i giorni, senza dover affrontare spese insostenibili per l’assistenza.

Un’opportunità ancora poco conosciuta, ma preziosa per chi ogni giorno si spende senza chiedere nulla in cambio. Il problema è che se ne parla poco – forse per senso di colpa, forse per mancanza di informazione.

Legge 104, al caregiver spettano 30 giorni liberi: come funziona davvero il ‘mese di sollievo’

Occuparsi della cura di un familiare non autosufficiente è un compito nobile, ma anche logorante. Per questo motivo lo Stato ha finalmente riconosciuto questo impegno e, con la Legge 104, ha previsto una misura pensata per alleggerire il peso quotidiano sulle spalle dei caregiver: il cosiddetto ‘mese di sollievo’.

Donna anziana che cammina con il deambulatore e ragazza che la aiuta
Legge 104, al caregiver spettano 30 giorni liberi: come funziona davvero il ‘mese di sollievo’ – esplica.it

Di cosa si tratta? È un periodo di assistenza temporanea, della durata massima di 30 giorni all’anno, durante il quale la persona fragile viene accolta in strutture specializzate – RSA, case di riposo o centri diurni – e seguita da personale sanitario qualificato. In questo tempo, chi si prende cura può concedersi una pausa, recuperare energie e tornare ad affrontare la quotidianità con maggiore equilibrio.

Ma il beneficio non riguarda soltanto gli anziani: anche i minori con disabilità grave rientrano tra i destinatari della misura e, in alcune regioni, il sostegno può arrivare fino a 90 giorni complessivi. Con questo progetto, si mira a garantire cure adeguate a chi non può provvedere a se stesso e, allo stesso tempo, tutelare il diritto del caregiver a non dover reggere sempre e solo da solo.

Per accedervi è necessario presentare domanda tramite medico di base, ASL o servizi sociali, allegando la documentazione sanitaria aggiornata. I costi, che possono aggirarsi intorno ai 100 euro al giorno, vengono in gran parte coperti dal Fondo regionale per la non autosufficienza, lasciando alle famiglie solo una quota ridotta. Un’opportunità, questa, ancora troppo poco conosciuta, ma che vale la pena conoscere.

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