Quota 41, come funziona la misura per andare in pensione a 62 anni

Come funziona la misura per andare in pensione a 62 anni, la cosiddetta Quota 41.

La discussione intorno alla riforma del sistema pensionistico italiano continua serrata. Infatti da molti parti si chiede un cambiamento che possa accontentare i lavoratori in procinto di concludere la carriera. Ma gli spazi di manovra sono ristretti e la possibilità di modifiche sostanziali appaiono limitate.

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Quota 41, come funziona la misura per andare in pensione a 62 anni – esplica.it

Infatti i paletti del bilancio pubblico e le condizioni del mondo del lavoro, non lasciano spazio a molte opportunità di riforme generali. Inoltre la tendenza all’invecchiamento della popolazione non fa che aggravare la situazione almeno dal punto di vista previdenziale. Tuttavia se non si prospetta al momento una riforma generale del sistema, sono allo studio delle misure di maggiore flessibilità in uscita che non pesino troppo sui futuri pensionati.

Quota 41, la proposta allo studio

Una delle idee allo studio per il pensionamento anticipato che non sia più ampia e non troppo penalizzante è Quota 41 in una versione maggiormente flessibile. Questa prestazione darebbe modo di uscire anticipatamente dal lavoro con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica, requisiti da maturare entro il 31 dicembre di quest’anno.

La misura quindi partirebbe nel 2026, non rappresentando una riforma strutturale del sistema, ma un’altra possibilità di uscita anticipata dal lavoro da affiancare a quelle già esistenti: Opzione donna, Quota 103 e Ape sociale. la prestazione che attualmente più si avvicina alla nuova proposta è Quota 103, che però nel corso del tempo è stata resa molto penalizzante per chi la sceglie.

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Quota 41, la proposta allo studio – esplica.it

Infatti applica un ricalcolo contributivo dell’assegno pensionistico con una perdita stimata del 15 per cento per il lavoratore. Invece la nuova formula prevede una perdita fissa pari a 2 per cento per ogni anno di anticipo rispetto all’età fissata dalla legge Fornero, cioè 67 anni. Quindi andando in pensione a 62 anni si perderebbe “solo” il 10 per cento. Sarebbero esentati dalla penalizzazione i lavoratori con reddito annuo inferiore a 35mila euro all’anno.

La versione attuale di quota 41 è oggi riservata a disoccupati di lunga durata, care-giver, lavoratori gravosi o usuranti, invalidi civili almeno al 74 per cento. Inoltre per accedere a quota 41 occorre aver versato almeno un anno contributivo prima del 1996. La nuova versione di Quota 41 sarebbe aperta anche ai contributivi puri (quanti sono senza contributi prima del 1996), purché accettino la penalizzazione e abbiamo requisiti anagrafici e contributivi.

Nel corso del tempo Opzione donna, Ape sociale e Quota 103 sono state sempre più selettive e di accesso sempre meno conveniente. Questa nuova prestazione sarebbe una novità in tal senso, con una discontinuità rispetto all’approccio restrittivo seguito finora.

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